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Storia dei sistemi di sorveglianza

La tendenza ai sistemi di sorveglianza a circuito chiuso (CCTV) ha origine nel Regno Unito nel 1985: infatti, dopo un anno particolarmente brutto per il calcio inglese e complice l’influsso e l’immagine negativa apportata dai famigerati hooligans, il Football Trust (associazione fondata dalle squadre di calcio inglese) autorizzò l’installazione di sistemi di controllo a circuito chiuso in 92 club. Il passo successivo fu fatto dalla Polizia britannica, la quale installò sistemi di CCTV mobile lungo tutta l’Inghilterra.
Nella totale assenza di regolamentazioni o linee guida, la polizia trovò molteplici utilizzi per questo sistema. La voce si sparse in fretta e il boom dei sistemi CCTV era fatto: ottimo appoggio quando si trattava di presentare l’evidenza delle prove ai processi, il sistema era perfetto anche come “tecnica di controllo sociale”.
Telecamere iniziarono a spuntare nel centro di Londra così come nelle piazze principali di varie città, e i cittadini inglesi accolsero con piacere questi strumenti, meritevoli di dare una maggior sicurezza alle donne che tornavano dal lavoro alla sera, o ai bambini nei giardini.

Scuole, ospedali, biblioteche, piazze, vie, negozi…. Ovunque una telecamera ad osservare la folla, le strade, le automobili e le relative targhe degli automezzi.
Sebbene i sistemi CCTV siano utilizzati in altri paesi, nessuno di questi ha avuto un’evoluzione come il Regno Unito: l’evoluzione tecnologica è stata tale che si è arrivati ad un punto per il quale in molti centri urbani questa rete può essere considerata onnipresente. Si è arrivati a considerarli parte integrante del controllo e della lotta alla criminalità: non dimentichiamoci che, quando il mondo intero rimase shockato per le immagini dell’assassinio di un bambino da parte di due suoi amici di 10 anni, l’ultima immagine di James Bulger portato via dal centro città verso i binari abbandonati dove fu poi ritrovato proveniva dai sistemi CCTV del centro di sorveglianza dello shopping center di Liverpool. Le immagini stesse furono usate come prova durante il processo. 

Le reti CCTV oggi

Oggi l’industria della sorveglianza visiva britannica spende tra i 150 ed i 300 milioni di sterline all’anno , con un parco di telecamere tra i 200.000 ed i 400.000 pezzi. L’Home Office britannico stima che circa il 95% delle città e dei paesi inglesi si stiano dirigendo verso i sistemi di controllo CCTV per la sorveglianza di aree pubbliche, parcheggi e zone residenziali. La crescita di questo mercato è quantificata dal 15 al 20% all’anno.
Le telecamere stesse sono cambiate – e di molto – dal 1985 ad oggi. Anche in questo caso, come per le reti del patto Ukusa, la tecnologia è progredita, permettendo telecamere antivandalismo, di ridottissime misure, con capacità di “motion detection” e con potenti zoom e dispositivi ad infrarossi, consentendo così anche la visione notturna.
La progettazione degli stessi sistemi è cambiata ed ha sposato tecniche militari di protezione: le nuove installazioni vengono effettuate in modo tale che ogni telecamera controlli sempre la postazione adiacente, fornendo così un controllo incrociato antivandalico ed evitando problemi di sabotaggio, i quali sono sempre esistiti ma raramente sono denunciati, specialmente in Irlanda del Nord. Il governo conservatore di John Major promosse tenacemente l’introduzione di questi sistemi, ed il governo Blair ha continuato per la stessa strada.

Qual è il risultato, oggi ? La più grande rete centralizzata di controllo sulla folla, sui luoghi di comune interesse, sugli avvenimenti di maggior rilievo; un piano su scala nazionale, per il quale entro 5 anni l’Inghilterra completerà la costruzione del più grande sistema di sorveglianza e controllo del traffico stradale il quale, quando sarà terminato, identificherà e seguirà le tracce ed i movimenti di praticamente tutti i veicoli della nazione.
Socialmente, questa tecnologia ha influenzato – e non di poco – le abitudini degli inglesi: nella città di Brighton, ad esempio, la polizia concede la licenza per i superalcoolici o per un locale pubblico solamente se lo stesso è dotato di sistema CCTV interfacciato con la polizia locale.
Abbiamo quindi una tecnologia che fornisce la soluzioni a problemi quali vandalismo, uso di droghe, alcolismo, molestie sessuali o razziali, creazione di disordine pubblico…I sistemi sono stati anche utilizzati per monitorare dimostranti durante manifestazioni.
I problemi nascono però, come nel caso di Echelon, dall’interfacciamento di questi dati con i database…
Quello che il governo inglese non dice è che tutte le telecamere inglesi sono state interfacciate a due strumenti estremamente potenti: il Plate Tracking System e il Facial Recognition System.

Le nuove tecnologie

Il Plate Tracking System (P.T.S.) permette alle telecamere, mediante l’interfacciamento con data base esterni, di riconoscere le targhe delle autovetture, e ricercare quindi gli automezzi indicati dal sistema centrale.
Nel Regno Unito per esempio il sistema multifunzionale di gestione del traffico (Traffic Master) utilizza il riconoscimento delle targhe per mappare e gestire gli ingorghi autostradali. Tecnologie P.T.S. sono state installate anche in Svizzera, lungo la A1 Autobahn tra Zurigo e Berna.
Il Facial Recognition System (F.R.S.) permette invece di individuare e riconoscere tra la folla dei visi, delle facce le cui immagini sono immagazzinate negli archivi centrali di più Intelligence o corpi di polizia, nazionali ed internazionali. La tecnologia più utilizzata è il Mandrake System, il quale in teoria può riconoscere le caratteristiche facciali di un viso nel momento stesso in cui appaiono sullo schermo .

Il pericolo nasce quindi dall’interfacciamento di queste reti e questi sistemi con gli archivi esterni. La Video Surveillance sta diventando una infrastruttura nazionale e, forse, il governo USA utilizza già queste strutture per scopi di propria sicurezza nazionale.
Pensiamo però se – come nel caso di Echelon – queste tecnologie venissero utilizzate per scopi commerciali: immaginiamo le targhe delle automobili dei dirigenti di importanti compagnie e multinazionali, continuamente seguite e rilevate; immaginiamo personaggi politici o di rilievo nazionale ed internazionale, costantemente monitorizzati nei loro spostamenti.
Spero che molti dei lettori abbiano visto la scorsa stagione cinematografica il film “Nemico Pubblico”, con Gene Hackman e Will Smith: nella storia la NSA era in grado di monitorare attraverso i satelliti, con scarti di pochi metri e una definizione di immagine molto vicina alla perfezione, gli spostamenti di persone e cose. Questo mediante una serie di filtri e controlli incrociati su telefonate, onde radio, dati sensibili (movimenti bancari, archivio telefonate, chiamate a pager, celle di provenienza chiamata, etc..) immagini via satellite e tracking via P.T.S. e F.R.S. Allo stato attuale e nel momento in cui scrivo, la tecnologia in possesso della NSA e del patto Ukusa, unita agli “archivi” on-line del patto EU-FBI, fanno di questo magnifico film – del quale consiglio caldamente la visione – un insieme di informazioni e tecnologie arretrate e “not updated”….nonostante il film sembri fantascienza pura !
Nell’agosto di quest’anno gli Usa hanno lanciato ”Ikonos-1”, il più potente “image-satellite” commerciale mai realizzato. Le sue lenti paraboliche sono capaci di riconoscere oggetti di piccolissime dimensioni ovunque sulla faccia della Terra. Il satellite, di proprietà della Space Imaging di Denver, Colorado, è il primo di una nuova generazione di satelliti spia ad alta risoluzione di immagine, i quali utilizzano tecnologia ufficialmente riservata alle agenzie di sicurezza governativa. Altre dieci compagnie hanno ottenuto le licenze per effettuare lanci di satelliti simili, e quattro di esse hanno pianificato di effettuare i lanci entro la fine del 1999.
Mercoledì 12 agosto, invece, un missile Titan 4 dell’aeronautica militare statunitense è esploso mentre si innalzava in cielo dalle rampe della base di Cape Canaveral, in Florida. La base del missile era destinata a mettere in orbita un satellite Vortex, commissionato alla Lockeed dal National Reconnaissance Office, un’agenzia governativa di Intelligence. E i Vortex, come illustrato nella sezione Echelon di questo articolo, costituiscono la vera e propria ossatura satellitare del sistema di intercettazioni Echelon. Il satellite era destinato a coprire aree di importanza strategica per il governo Usa, quali Pakistan e India, Cina e Medio Oriente; il costo del satellite si aggira sul miliardo di dollari…
L’impatto che i sistemi CCTV e le tecnologie correlate hanno creato nei confronti dei diritti, delle libertà, della privacy e della vita pubblica del singolo individuo è dunque molto profondo. La differenza tra la salvaguardia del cittadino e il calpestare i diritti privati di un essere umano è molto piccola.

Cellulari e sorveglianza

La prossima generazione di telefoni cellulari renderà molto più facile per la polizia esercitare una sorveglianza nascosta sui cittadini, affermano gli attivisti britannici per le libertà civili.
Essi mettono in guardia che la combinazione di tecnologia che rivela la posizione, inserita nei telefoni, e i diritti concessi alla polizia tramite la Legge britannica sulla Regolamentazione dei Poteri Investigativi (RIP) significa che i possessori di tali telefoni potranno e saranno controllati.
Ora gli attivisti stanno avvisando la gente che utilizzare uno dei nuovi telefoni potrebbe rendere estremamente duro mantenere la propria privacy.

Riconoscendo tali implicazioni, le compagnie telefoniche stanno cercando un sistema per consentire ai clienti di nascondere la propria posizione premendo un bottone. Quantunque i cellulari GSM esistenti possono essere utilizzati come congegni di localizzazione, possono soltanto dare una posizione entro cento o duecento metri. Questa accuratezza può essere migliorata se i cellulari sono muniti di uno speciale software che può dare una posizione nel raggio di 50 metri da quella effettiva. Le più nuove tecnologie di telefonia mobile come la General Packet Radio Services (GPRS) e Universal Mobile Telecommunication Services (UMTS) hanno inserito dei sistemi di localizzazione anche più precisi.

Ma Caspar Bowden, direttore della Fondazione per la Ricerca sulla Politica dell’Informazione, avverte che la Legge sulla Regolamentazione dei Poteri Investigativi appena approvata potrebbe far sì che i dati vengano usati per uno scopo più sinistro. Egli afferma che la Legge RIP considera le informazioni usate per localizzare i telefoni come “dati sulle comunicazioni” e che la polizia non ha bisogno di un mandato per ottenerli. Quindi la polizia potrebbe usare questa informazione per effettuare su chiunque una sorveglianza nascosta usando tali telefoni.